Recovery Italia® può aiutarVi a risolvere con successo qualsiasi caso di perdita di dati.
preventivo immediatoRecovery Italia® può aiutarVi a risolvere con successo qualsiasi caso di perdita di dati.
preventivo immediatoUna delle maggiori preoccupazioni di chi utilizza gli hard disk esterni per memorizzare archiviare i propri dati digitali, è quello di avere a che fare con problematiche che potrebbero compromettere per sempre file più o meno importanti.
Tra i problemi più gravi a cui potrebbe andare incontro un hard disk, e che può seriamente mettere a rischio la conservazione dei dati che contiene, c’è la bruciatura di alcuni suoi componenti, tra cui la scheda PCB.
La scheda elettronica o PCB é un ‘altra delle componenti principali dell’ hard disk, insieme alla parte meccanica, quindi gruppo testine e motore. La parte elettronica é quella scheda verde che vediamo nel retro del disco, posizionata esternamente.
La PCB, proprio perché esterna, e composta per lo più da plastica, é particolarmente sensibile alle fonti di calore e al surriscaldamento.
Quando un hard disk viene colpito da corto circuito, o da sbalzo di tensione, questa componente si danneggia per prima; nella maggior parte dei casi subisce un danneggiamento dato dal calore, quindi si brucia.
Il primo segnale di un problema al livello di scheda elettronica é l’ odore di bruciato proveniente proprio da essa (nel caso di surriscaldamento o corto circuito), o il non riconoscimento del disco da parte del Sistema Operativo o Bios. L’ elettronica quindi può danneggiarsi anche al livello logico, quindi può registrare dei settori danneggiati, che impediscono l’ avvio del disco stesso, o il mancato rilevamento da parte del Bios.
Vediamo da vicino, quindi, le cause che provocano questo tipo di danno e come intervenire per recuperare i dati presenti al suo interno.
L’hard disk esterno bruciato è il risultato di una serie di eventi e fattori. Tra le cause principali ci sono gli incendi, scatenati da eventi naturali come i fulmini o incendi domestici, che possono causare danni irreparabili alla struttura e alle caratteristiche magnetiche e meccaniche dell’unità.
I cortocircuiti rappresentano un’altra minaccia, originati da anomalie nella PCB, la scheda di circuito stampato che fornisce alimentazione e trasmette i dati. Questi cortocircuiti possono danneggiare sia le componenti elettroniche che quelle meccaniche, compromettendo il funzionamento dell’hard disk.
Inoltre, l’uso prolungato e intensivo dell’unità senza adeguata ventilazione o pause può generare surriscaldamento, portando al danneggiamento delle parti interne del dispositivo. Errori di fabbricazione o l’utilizzo di componenti di bassa qualità, da parte dei produttori, possono portare a malfunzionamenti e danni irreversibili.
Infine, la sovralimentazione, causata da alimentatori inadeguati o tensioni eccessive, può danneggiare la PCB e altre componenti elettroniche, lasciando chiari segni di bruciatura o danni visibili sulla superficie.
Gli hard disk, sebbene delicati, sono rivestiti da un involucro metallico che fornisce una certa protezione, oltre a essere dotati di un sistema di filtraggio dell’aria per mantenere un ambiente interno stabile.
Nonostante la loro fragilità, sono progettati per resistere a diversi agenti esterni, dimostrando a volte una sorprendente robustezza. Tuttavia, è fondamentale comprendere che la loro resistenza ha dei limiti: anche se i piatti interni su cui sono memorizzati i dati possono sopravvivere a eventi come un incendio, non è consigliabile avviare l’hard disk in condizioni non ottimali.
Farlo potrebbe danneggiare le parti interne e provocare la perdita irreversibile dei dati. Pertanto, è importante seguire alcune precauzioni doverose, come evitare di mettere in funzione un disco danneggiato, e optare per un recupero dati in una camera bianca certificata, nella quale vengono adottate procedure apposite per garantire la massima sicurezza e integrità dei dati durante il recupero.
Quando un hard disk è danneggiato a causa di un incendio o di un’elevata esposizione al calore, la prospettiva di perdere i dati può sembrare inevitabile. Tuttavia, esiste ancora una possibilità di recupero, anche se il disco non è più avviabile.
Un tecnico specializzato può intervenire, valutare le condizioni del dispositivo e trasferire le parti non compromesse su un disco donatore. Questa operazione richiede una valutazione attenta della gravità dei danni, inclusa la durata dell’esposizione delle fiamme o al calore eccessivo, nonché la disponibilità di parti di ricambio compatibili.
Il processo di recupero può essere suddiviso in due scenari principali. Nel primo, l’hard disk danneggiato viene aperto in una camera bianca, dove i tecnici possono analizzare attentamente le parti meccaniche e sostituire quelle compromesse con componenti provenienti da dischi donatori. Questo approccio richiede una precisione estrema e una conoscenza approfondita dell’hardware dell’hard disk.
Nel secondo scenario, il focus è sulla sostituzione della scheda PCB o di alcuni componenti elettronici critici. A volte, per garantire il successo del recupero, è necessario affrontare entrambi gli scenari: sia sostituire le parti meccaniche danneggiate che intervenire sulle componenti elettroniche.
La sostituzione delle componenti elettroniche di un hard disk, specialmente se coinvolge la scheda PCB, è un’operazione delicata che richiede una conoscenza approfondita dell’hardware e delle specifiche tecniche del dispositivo.
Nel caso in cui la PCB sia danneggiata a causa di un incendio o di altri eventi, la semplice sostituzione con un modello identico potrebbe non essere sufficiente per far funzionare nuovamente l’unità.
Ogni PCB monta un chip di memoria ROM che contiene il firmware necessario per avviare correttamente il disco. Se i dati presenti nel chip ROM non corrispondono a quelli sul disco, l’unità potrebbe non avviarsi affatto. È cruciale consultare un esperto prima di procedere all’acquisto di una PCB donatrice, poiché non vi è alcuna garanzia che la sostituzione risolverà il problema.
La sostituzione di una PCB rotta o bruciata con una identica acquistata on-line non avrà alcuna efficacia nel riportare il disco ad uno stato di funzionamento. Le elettroniche degli hard drive sono dotate di componenti ROM contenenti un software univoco per quel drive.
Inserire dunque una pcb di un disco identico sul disco rotto non avrà alcun effetto.
Per poter sostituire la PCB e recuperare i dati è necessario un intervento sulla ROM, spostandola con stazione saldante Air Flow o BGA o riprogrammandola con software e hardware specializzato.
La ROM puo' anche essere acquisita e riprogrammata con lettori specializzati.
E' tuttavia possibile che la connessione al chip possa essere precaria e le informazioni non siano lette in modo corretto.
Per una lettura ideale è sempre necessario dissaldare il ROM Chip e leggerlo su un socket specifico.
Nei laboratori specializzati, il processo di sostituzione delle componenti elettroniche di un hard disk segue una serie di passaggi ben definiti. In primo luogo, la PCB danneggiata viene attentamente ispezionata per individuare i componenti guasti, come diode TVS bruciate, condensatori o chip controller danneggiati. Successivamente, se la PCB è gravemente compromessa, i tecnici possono tentare di estrarre il chip ROM e trasferirlo su una scheda donatrice. Questo chip, di dimensioni ridotte e con 8 connettori, contiene tutte le informazioni cruciali per il funzionamento dell’hard disk, compreso il firmware.
Il processo di estrazione e clonazione del chip ROM richiede competenze tecniche avanzate e l’uso di attrezzature specifiche. Tentativi fai-da-te possono risultare dannosi e renderanno il chip inutilizzabile se uno dei connettori dovesse staccarsi durante il processo di dissaldatura.
È fondamentale sottolineare che questa tecnica di sostituzione potrebbe non sempre garantire il recupero completo dei dati, soprattutto per alcuni modelli di hard disk.
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Recuperare i dati da un hard disk non rilevato dal sistema, con pcb ko e gruppo testine danneggiato. L'hard disk non viene rilevato dal sistema operativo.
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