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preventivo immediatoRecovery Italia® può aiutarVi a risolvere con successo qualsiasi caso di perdita di dati.
preventivo immediatoGli SSD Western Digital WD BLUE sembrano essere affetti da un nuovo gravissimo problema che si manifesta anche dopo solo qualche settimana dal primo utilizzo.
Il WD SA510 improvvisamente non viene più riconosciuto dal computer, non mostra il Serial Number e non sembrano esserci metodi per recuperare i dati contenuti.
Il problema sembra essere molto diffuso su questa classe produttiva, a tal punto che nel nostro centro ne sta ricevendo moltissimi anche con poche settimane di esercizio.
Apparentemente il problema dei WD SSD sembra essere di tipo elettrico, in quanto connettendo il drive ad una porta diagnostica SATA i registri non vengono mostrati affatto. Il comportamento dei segnali è molto particolare. In alcuni casi e' possibile che i registri non abbiano valorizzazione o improvvisamente inizino a blinkare.
Il registro Link Sata appare molto instabile e tale comportamento inibisce qualsiasi lettura perfezionata con metodi tradizionali.
Un segnale SATA/ATA così instabile fa letteralmente impazzire un controller tradizionale, e non consente alcuna rilevazione da parte del computer o di adattatori USB.
Abbiamo notato che il collegamento su schede specializzate per data recovery in modalità PCI Express come PC-3000 o Challenger PCIe risulta essere completamente inefficace, in quanto il controller AHCI vengono programmati con una gestione degli interrupt.
L'effetto attacca-stacca prodotto dal BLUE BUG non puo' essere compatibile con un driver che gestisce code di interrupt in modo tradizionale.
Venduti a pochi euro ... ma quanto sono sicuri i WD Blue SSD ?
L'analisi condotta su dispositivi WD affetti da BLUE BUG ha dimostrato che tali unità non potranno in nessun modo essere recuperate con metodi tradizionali, nè con software specializzati per windows ed è richiesto un approccio molto più creativo.
La rimozione delle memorie e la lettura seriale dei blocchi e la successiva ricostruzione del translator è pratica sempre possibile a condizione che si conoscano i pattern XOR applicati sulla flash memory e si conosca l'algoritmo di scrittura applicato.
E' tuttavia un percorso pieno di difficoltà in quanto le pagine contenute nelle memorie conterranno numerosi errori e sarà essenziale ricalcolare le ECC contenute nelle aree spare e verificare tutte le collisioni di Block Number in quanto il translator originale è andato irrimediabilmente perduto durante l'estrazione delle memorie.
Il Wd BLue è costruito con controller Sandisk e una singola memoria BGA 152.
Un metodo che potrebbe sembrare plausibile e teoricamente efficace è spostare i chip di memoria su un altro WD Blue identico.
In questo modo ci si aspetterebbe di superare eventuali problemi di danneggiamento della scheda elettronica senza la necessità di diagnosticare tutti i componenti elettronici.
E' importante sapere che il controller e le memorie NAND debbono essere dissaldate e risaldate sulla scheda nuovo allo stesso momento.
Per eseguire l'operazione di estrazione e riposizionamento dei chip è necessaria una stazione di rework di eccellente qualità che garantisca un distacco perfetto e una sequenza di preriscaldamento corretto. Successivamente sarà necessario eseguire il reballing con stencil per il controller e per la NAND e la successiva ricollocazione su PCB Donatrice.
Dai test condotti in laboratorio purtroppo il problema del Blue Bug persiste anche dopo il trapianto completo dei componenti, dimostrando che il problema è da ricercarsi altrove, come in un problema del firmware o un problema interno al controller.
Utilizzando una connessione diretta e accedendo ai registri in modalità PIO ( programmed IO ) è possibile notare che i registri risultano essere ancora accessibili e la periferica risponde ai comandi seppur rispondendo con errori.
Anche se il disco risponde con errori abbiamo notato che la consistenza dei buffer dati è corretta ed i settori possono essere recuperati senza errori CRC.
Una soluzione per il recovery potrebbe essere rappresentata da una lettura lineare del WD BLue prodotta con software come MHDD o Victoria che funzionano esclusivamente in Windows 98 o XP con un sistema di bypass delle porte IO.
Tale lettura potrebbe risultare efficace in termini relativi, ma la prestazione del disco è incredibilmente limitata ed un recovery di un disco da 1 TB potrebbe durare settimane.
E' tuttavia possibile realizzare un driver specializzato in grado di consentire una lettura selettiva delle zone, isolando gli elementi di file system ed estrarre i metadati essenziali per determinare le posizioni dei file.
Con un software dotato di virtual translator agganciato al driver personalizzato è possibile estrarre le informazioni e ricostruire file e cartelle.
i Wd Blue SSD con form-factor 2.5 pollici hanno avuto una ottima diffusione sul mercato, in quanto validi sostituti per dischi tradizionali per laptop.
Le ottime prestazioni ed il prezzo concorrenziale ne hanno decretato il successo a livello mondiale.
La loro costruzione in realtà è completamente realizzata da terzi e Western Digital si limita semplicemente a brandizzare un prodotto forte del suo incredibile mercato.
L'unità Wd BLUE sembra essere affetta da un gravissimo bug che si manifesta anche dopo poche settimane dall'acquisto, rendendo il drive inaccessibile a qualsiasi computer. Test di laboratorio hanno dimostrato che il difetto è da ricercarsi nel controller principale "Sandisk".
Benchè il tipo di danno su queste unità non consenta alcuna interazione software e processo di recovery tradizionale, è stato sviluppato un protocollo di lettura hardware specifico che consente il recupero dei file da queste unità senza la necessità di interventi elettronici o letture seriali basate su chip-off.
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